La domanda mondiale di gas scenderà quest’anno del 4% rispetto al 2019 a causa della crisi Covid-19, segnando il maggior declino mai registrato. Ma dall’anno prossimo si assisterà a una rapida ripresa. E’ la previsione contenuta nel Global Gas Report 2020 pubblicato ieri da International Gas Union (Igu), BloombergNef (Bnef) e Snam, che al di là dell’emergenza sanitaria conferma il trend di sviluppo del gas in virtù sia della competitività di costo che della sostituzione di fonti più inquinanti come carbone e petrolio a seguito delle politiche climatiche e di qualità dell’aria introdotte in molti Paesi.
Nel 2019, infatti, il costo del gas presso i principali hub si è ridotto del 37%, mentre sono aumentati la produzione (+3,5%) e il commercio di Gnl (+13%), che ha visto l’Europa come principale motore (+76% sul 2018 a 117 mld mc).
E sarà proprio il Gnl, secondo il rapporto, a trainare la crescita del mercato globale del gas nel medio e lungo termine. Quest’anno si dovrebbe avere una contrazione delle importazioni del 4,2% rispetto ai 482 mld mc del 2019 (+13% sul 2018), ma con la prospettiva di tornare ai livelli pre-Covid già nel 2021.
L’espansione del mercato del gas sarà sostenuta dallo sviluppo di nuove infrastrutture. L’India, ad esempio, prevede di quasi raddoppiare la lunghezza della propria rete di trasporto e la Cina di estenderla di circa il 60% entro il 2025, mentre nel 2019 è stato approvato un numero record di progetti per terminali di liquefazione, che una volta avviati immetteranno sul mercato quasi 97 mld mc all’anno di Gnl.
Il rapporto, giunto alla sua quarta edizione e disponibile in allegato, approfondisce anche le tecnologie gas low-carbon, che potrebbero subire un’accelerazione per effetto di decisioni politiche e investimenti infrastrutturali. In particolare, le stime di Bnef indicano che grazie all’idrogeno sarebbe possibile abbattere fino al 37% delle emissioni di gas-serra del settore energetico mondiale, a patto che si realizzino alcune condizioni preliminari tra cui meccanismi di prezzo allineati agli obiettivi di Parigi e progressi nelle infrastrutture e negli impianti.
Con il necessario impegno politico e industriale, il prezzo dell’idrogeno potrebbe passare dagli attuali 4$/kg a 2$/kg nel 2030 e a 1$/kg nel 2050. Il report intravede in questo senso segnali incoraggianti: se nel 2018 erano in funzione nel mondo elettrolizzatori per un totale di 130 MW, a metà 2019 erano stati annunciati progetti per altri 3.000 MW e a metà 2020 la pipeline ha superato gli 8.000 MW.
Per centrare l’obiettivo del 25% della domanda energetica globale soddisfatta dall’idrogeno al 2050, serviranno investimenti per oltre 11.000 mld $ nelle infrastrutture di produzione, stoccaggio e trasporto. Sarà infatti fondamentale, sottolinea il rapporto, il ruolo delle infrastrutture, in particolare di trasporto e stoccaggio.
“Le infrastrutture avranno un ruolo cruciale nel far incontrare domanda e offerta di idrogeno al minor costo per il sistema, supportandone la penetrazione nel mix energetico”, ha spiegato l’a.d. di Snam, Marco Alverà, sottolineando che “nel prossimo futuro l’idrogeno pulito prodotto nel Sud Italia o in Nord Africa potrà essere trasportato dai nostri gasdotti per servire i mercati del Centro e Nord Europa”.