Cè chi pensa che bloccherà il settore, chi invece che avvantaggerà le multiutility con le spalle larghe e il controllo delle utenze energetiche e dei consumi.
In vigore solo dal 1 maggio del 2019 e già oggetto di polemica.
Il Decreto Crescita, che modifica la cessione del credito per Ecobonus e Sismabonus, rischia secondo alcune associazioni di favorire le utility escludendo le centinaia di ESCO certificate.
A manifestare il disappunto in questi giorni, l’associazione di Imprese per la Riqualificazione ENergetica degli Edifici, Rete Irene e l’associazione delle Energy Service Company, FederEsco.
Il Decreto Crescita ha modificato le norme che regolano le detrazioni fiscali riservate ai proprietari che decidono di effettuare interventi di messa in sicurezza antisismica e riqualificazione energetica sulle proprie abitazioni.
Il decreto stabilisce che il soggetto che effettuerà gli interventi di messa in sicurezza dal rischio sismico e di efficientamento energetico potrà ricevere un contributo, anticipato dal fornitore che ha effettuato l’intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante. Il contributo sarà recuperato dal fornitore sotto forma di credito d’imposta, di pari ammontare, da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo, senza l’applicazione dei limiti di compensabilità.
Secondo il Governo, la modifica dovrebbe risolvere il problema del costo iniziale degli interventi, che spesso scoraggia i proprietari.
Non così per Rete Irene che parla di un meccanismo che favorisce il fornitore che recupera i soldi investiti in cinque anni anziché dieci, con il dimezzamento della durata dell’esposizione finanziaria e il conseguente risparmio di oneri finanziari.
Non solo. Rete Irene segnala che il provvedimento conferisce un vantaggio competitivo rilevante ai pochissimi soggetti che sono in grado, contemporaneamente, di qualificarsi come “fornitori” (potendo sottoscrivere contratti d’appalto per la realizzazione degli interventi di riqualificazione) e di disporre di capacità finanziaria, rispetto a tutti gli altri soggetti (anche i più tecnicamente qualificati) operanti sul mercato.
Tali soggetti beneficiati non sono le imprese, che non possiedono la capienza fiscale sufficiente, non sono le ESCo, ma solo le maggiori utilities dotate di sufficiente capienza fiscale e operanti nel settore dell’energia, soprattutto quelle a carattere territoriale, che già dispongono dell’ulteriore vantaggio competitivo del contatto con gli acquirenti di energia e della conoscenza dei loro consumi energetici. “Si può prevedere- ipotizza Rete Irene- un immediato ricorso all’AGCM per eccessiva restrizione della concorrenza e abuso di posizione dominante”.
“Le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica e per gli interventi antisismici dovrebbero essere cedibili da parte di chiunque nei confronti di qualunque soggetto, compresi gli istituti bancari, per un numero illimitato di volte. Solo togliendo tutti i vincoli si permetterebbe il vero sviluppo dell’efficienza energetica nel settore immobiliare italiano e si raggiungerebbero gli obiettivi al 2030, verso un’economia low-carbon al 2050″.
Queste invece le parole di FederESCO che auspica le dovute modifiche in sede di conversione del decreto “necessarie a liberalizzare il settore dell’efficienza energetica nel settore immobiliare.”
La Federazione in una nota afferma:
“Il Decreto Legge 34 con l’articolo 10, invece di liberalizzare e sbloccare veramente l’intero settore, prevede solo l’auspicata riduzione da dieci a cinque anni del periodo di recupero delle spese sostenute, ma limita fortemente tale nuova disciplina, imponendo la cessione per una sola volta e obbligandone l’utilizzo esclusivamente in compensazione. Favorisce esclusivamente le varie utility del settore energetico che hanno la capacità e la solidità a fare tali operazioni, sebbene di fatto in conflitto di interessi, escludendo le centinaia di Esco certificate.”
“L’efficienza energetica è la prima risorsa per il rilancio dell’economia del nostro Paese ed è il più efficace volano per uno sviluppo economico sostenibile e circolare- continua la nota e conclude- Con quanto previsto dal decreto crescita, non solo non si dà il giusto impulso al settore, ma di fatto lo si blocca, attraverso un provvedimento poco coraggioso e totalmente asservito ai grandi distributori di energia”.