“Siamo sull’orlo di una crisi climatica globale, per scongiurare la quale occorrono misure concordate a livello globale”
Parole importanti quelle pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Belluno durante la cerimonia commemorativa dell’alluvione del 2018 in Veneto.
Un messaggio da condividere e da divulgare che non può e non deve passare inosservato. E’ tempo di riflettere e di agire.
Sui disastri ambientali, “limitarsi a evocare la straordinarietà di fatti che si affacciano prepotentemente, per giustificare noncuranza verso una visione e progetti di più lungo periodo, è un incauto esercizio da sprovveduti” ha avvertito il capo dello Stato osservando che “è giusto che sia la montagna, grande questione nazionale, assieme a quella di tutte le aree interne, a proporci, ancora una volta, il tema delle risorse naturali di questo nostro Paese, della loro tutela, della garanzia ai cittadini della ‘sicurezza dei territori’ in cui vivono“.
“Qui in Veneto – ha aggiunto – abbiamo avuto un positivo esempio di come la attivazione, in via preventiva, della rete di Protezione civile abbia potuto mitigare le conseguenze del disastro sulle persone, sulla base di accurate previsioni meteorologiche”.
“Mai come in occasione della tempesta Vaia – ha precisato Mattarella – è stato chiaro all’opinione pubblica italiana, che i mutamenti climatici in atto nel mondo comportano effetti pesanti anche sull’ambiente del nostro Paese e sulle condizioni di vita della nostra popolazione. Sentire parlare della desertificazione di ampie fasce delle terre africane o dei violenti tifoni nei Caraibi, sulla costa occidentale degli Stati Uniti o in Asia, appariva qualcosa di remoto, che non ci riguardava”.
Per la tutela dell’ambiente “vanno respinte decisamente tentazioni dirette a riproporre soluzioni già ampiamente sperimentate in passato con esito negativo, talvolta premessa per futuri disastri” ha avvertito Mattarella spiegando che “opere di contenimento e regimentazione se non suffragate dall’apprendimento delle precedenti esperienze, non ottengono risultati positivi ma al contrario opposti a quelli prefissati, violando equilibri secolari che vanno difesi. Diversamente, rischiamo di ritrovarci altre volte a piangere vittime, frutto non della fatalità ma drammatica conseguenza di responsabilità umane. L’amara e indimenticabile esperienza del Vajont ce lo insegna ogni momento”, ha detto.
“Il territorio del nostro Paese è fragile e le conseguenze dell’abbandono dei territori, verificatosi sulle Alpi e sugli Appennini, vengono pagate a caro prezzo anche dagli insediamenti urbani e produttivi in pianura” ha ricordato il presidente della repubblica. “Occorre proseguire – ha aggiunto – sulla strada di iniziative per la salvaguardia degli assetti idro-geologici. Queste iniziative sono state ampiamente delineate dal Parlamento in questi decenni ed è necessario un impegno condiviso delle istituzioni ai vari livelli per svilupparli e attuarli concretamente. La tutela ambientale e idro-geologica è amica delle persone, ne salvaguarda la vita e difende così il futuro delle nostre comunità, accompagnata, come deve essere, da un uso razionale e sostenibile delle risorse esistenti nell’area”.
Per Mattarella quindi “il rilancio di una politica per la montagna e le popolazioni che la abitano vanno non solo nella direzione della effettiva affermazione della eguaglianza tra cittadini della Repubblica, ma rappresenta una sfida per il recupero pieno di aree abbandonate o sottoutilizzate, preziose per il processo di crescita dell’intero nostro Paese. E’ una consapevolezza che trova diffusione anche a livello continentale, confermata dalla collaborazione nell’ambito di ‘Euregio senza confini’ della Regione Veneto, di quella del Friuli Venezia Giulia, con il Land della Carinzia. Quest’anno, inoltre, sarà esercitata dalla Lombardia la presidenza di Eusalp che costituisce, sin qui, l’ambito più ampio di cooperazione tra Regioni, Stati e Unione Europea in materia di montagna”.