In Sicilia secondo il report di Comuni Italiani.it, fino al 2016 sono state registrate 635 auto ogni 1000 abitanti, questo significa che oltre metà della popolazione dell’isola utilizza l’automobile come mezzo di trasporto.
Un numero molto alto determinato probabilmente anche dalla condizione dei mezzi pubblici, inesistenti in alcune città e poco efficienti in altre.
A sottolineare lo status quo- sono gli ultimi dati statistici dove si evidenzia una generale crescita dell’uso dell’auto privata ai danni del trasporto pubblico e quindi dell’ambiente.
Sarà anche per questo che il Ministero per lo Sviluppo Economico ha promosso la misura che offre contributi per l’acquisto di veicoli e ridotte emissioni così come previsto dalla Legge di Bilancio 2019.
Dal 1 marzo infatti chi acquista un’auto nuova a basse emissioni (fra 0 e 70 grammi/km di CO2) ha diritto a un contributo, chiamato Ecobonus.
Chi invece sceglie di comprare un’auto “inquinante” (oltre 161 g/km di CO2) deve pagare una “Ecotassa” compresa fra i 1.100 e i 2.500 euro.
Se auto dev’essere che sia almeno elettrica o ibrida ricaricabile  e che non crei conseguenze sulla qualità dell’aria e dell’ambiente.
E mentre si tenta di comprendere quali siano i modelli di auto coperti da nuovi incentivi (difficile trovare un’auto elettrica in Italia che costi meno di 30 mila euro), il Mise attiva un sito internet dedicato alla registrazione dei rivenditori di auto che avranno l’onere di gestire la pratiche per l’incentivo.

I contributi vanno da un minimo di 1500 euro ad un massimo di 6.000 (se si rottama il proprio veicolo della stessa categoria omologato alle classi Euro 1,2,3 e 4 e se si acquista un auto con emissioni <= 20 g/km.

Le pratiche coinvolgeranno maggiormente i rivenditori come già sottolineato- saranno infatti loro a farsi carico della gestione della pratica dell’incentivo che verrà corrisposto proprio dal venditore all’acquirente mediante compensazione con il prezzo d’acquisto.

In seguito saranno poi le imprese costruttrici o importatrici del veicolo nuovo a rimborsare al venditore l’importo del contributo. 
Potranno poi recuperare il contributo sotto forma di credito d’imposta.