Ci sono ancora molti passi da fare in Sicilia sul tema dell’efficienza energetica e dei consumi, uno snodo centrale nelle politiche di tutela ambientale e un fattore di grande importanza anche per chi nell’efficienza vede un modo per generare profitti per la propria azienda.
E sono proprio le aziende le protagoniste del bando presentato lo scorso ottobre dall’assessorato regionale all’Energia del governo Musumeci che prevede l’erogazione di incentivi per chi vuole ridurre consumi energetici ed emissioni di gas per la propria azienda.
Un primo passo che spinge e aiuta le imprese a perseguire comportamenti virtuosi e azioni concrete per la tutela ambientale.
Dopo la pubblicazione del bando lo scorso ottobre, adesso si completa l’iter per la concessione degli incentivi a valere sull’avviso 4.2.1 del Po Fesr 2014/2020.
La richiesta è arrivata da 180 aziende e il governo è pronto a erogare trentasette milioni di euro.
La scadenza dei termini era fissata per il 24 gennaio e l’istruttoria delle istanze è regolarmente partita in questi giorni.
“Questi interventi – sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci – permetteranno alle aziende dell’Isola di ammodernare l’intero processo produttivo e introdurre fonti energetiche rinnovabili.
In questo modo si potranno mettere al passo con i tempi, riducendo così il gap energetico che le separa da altre realtà presenti sul territorio nazionale.
Attivare queste risorse, in un momento di grande difficoltà economica, assume un’importanza strategica non solo per le nostre imprese, ma anche e soprattutto per la tutela dell’ambiente”.
“La dotazione finanziaria dell’avviso – spiega l’assessore Pierobon – è di trentasette milioni di cui ventisette milioni e 750 mila euro (pari al 75 per cento del totale) riservati a micro, piccole e medie imprese e nove milioni e 250 mila euro (pari al 25 per cento del totale) alle grandi aziende. Le somme serviranno per installazione impianti, sostituzione caldaie, diagnosi energetica, spese tecniche. Previsti contributi da cinquantamila euro fino a tre milioni per le Pmi e fino a cinque milioni per le altre”.